sabato 10 marzo 2012

Unesco - Città vecchia di Damasco


Damasco, assieme ad Atene, Roma, Alessandria, fa parte di quel ristretto gruppo di metropoli, che costituiscono un punto di riferimento obbligato nelle pagine della storia. 
Fondata nel III millennio a.C., è stata punto di incontro di grandi civiltà, dagli Assiri fino ai regni ellenistici, dai Romani ai Bizantini e agli Arabi.


Nome: Città vecchia di Damasco
Patrimonio dell'Umanità: dal 1979
Ubicazione: nel sud-ovest della Siria, vicino al confine con il Libano


Il primo documento scritto riguardante Damasco risale al faraone egizio Tuthmose III che, nel XV secolo a.C., includeva la città nell'elenco delle conquiste portate a termine dai suoi eserciti. In quel periodo la città era già capitale del regno degli armeni ed era nota come Dimacheq. Quattro secoli più tardi divenne capitale del regno degli aramei e fu abbellita con numerosi templi. In seguito fu conquistata da assiri, babilonesi e persiani e, nel 333 a.C., cadde in mano ad Alessandro Magno, legandosi all'Occidente per i successivi dieci secoli. Nel I secolo a.C., l'espansione di Roma toccò le terre del Medio Oriente e Damasco capitolò davanti alle legioni di Pompeo: correva l'anno 64 a.C. I conquistatori trasformarono il tempio arameo di Hadad in un santuario dedicato a Giove Damasceno. Nel I secolo d.C. l'azione evangelizzatrice di San Paolo diffuse il Cristianesimo nel Medio Oriente. Nel III-IV secolo il tempio di Giove subì una serie di ristrutturazioni e, per ordine di Teodosio (379 d.C.), fu trasformato nella chiesa di San Giovanni Battista. Questa consacrazione venne rispettata anche dopo la morte di Teodosio (395), quando i domini di Roma furono divisi tra gli imperi d'Occidente e d'Oriente. Durante il VI secolo la città attraversò un periodo di decadenza per via delle guerre che opposero la Persia a Bisanzio. La grave situazione provocò un diffuso malcontento nella popolazione e favorì l'avvento dell'Islam fra il 635 e il 636.
Nel 644 prese il potere il terzo califfo islamico, Uthman, seguace di Maometto ed erede di un'antica di dinastia di oligarchi della Mecca, che però fu ucciso da un gruppo di ribelli egizi nel 656. Al suo posto salì al potere Alì, accustao, in seguito, di essere coinvolto nell'assassinio del predecessore. L'ooposizione fu guidata da Muawiyya, nipote di Uthman e governatore della Siria, che alla morte di Alì si fece proclamare caiffo, ponendo le basi del potente impero arabo. Nasceva così la dinastia degli Omayyadi che avrebbe reso Damasco la vittà più potente al mondo.


La Grande Moschea
La costruzione della Grande Mosceha di Damasco ebbe inizio nel 706 su ordine di al-Walid, sesto califfo omayyade, sul luogo un tempo occupato dal tempio armeno di Hadad e in seguito da quello romano di Giove. Innalzata in dieci anni, doveva simboleggiare la potenza degli omayyadi. La vastità e l'armonia delle sue proporzioni, la ricchezza delle decorazioni, lo splendore dei materiali e il fantastico chiaroscuro della navata principale testimoniano che l'obiettivo fu raggiunto.

Il complesso presenta un cortile esterno lungo 385 metri e largo 305, delimitato da un muro, affiancato da tre torri quadrate utilizzate sia come terrazze sia per la chiamata alla preghiera del muezzin. Due si trovano all'estremità del grande muro di fondo (quibla), mentre la terza si eleva sul lato opposto. Il cortile interno è circondato su tre lati da un porticato coperto a doppia arcata e conserva un edificio a pianta ottagonale, sormontato da una cupola che poggia su otto colonne con capitelli corinzi, conosciuto come "casa del Tesoro" per via della sua ricca decorazione.

La navata principale posta sul lato sud del recinto, è suddivisa in tre sezioni parallele separate da colonne. Nel senso della lunghezza si nota un'ulteriore suddivisione in tre settori: i due laterali presentano un soffitto in legno con decorazioni geometriche, mentre quello centrale è coronato da una volta splendidamente stuccata che porta al mihrab. Si tratta di una piccola cappella che completa la strutura interna dalla navata, in cui, secondo la tradizione, sarebbe conservata la testa di San Giovanni Battista. La Grande Moschea fu danneggiata da ripetuti incendi nel 1069, nel 1400, nel 1479 e nel 1893 e perciò conserva molto poco della sua decorazione originale.

Il tramonto di Damasco
Dopo una serie di rivolte, nel 749 Abu al-Abbas venne proclamato califfo e diede alla dinastia degli abbasidi, che trasferirono la capitale dell'Islam a Baghdad, facendo retrocedere Damasco al ruolo di semplice capuologo di provincia. Nel 1076 la città cadde in fine nelle mani degli ottomani. L'emiro Nur al-Dinne rinforzò le difese e fece costruire uno dei più celebri ospedali del mondo medievale, quello di al-Nuri. Nel 1176, due anni dopo lamorte di Nur al-Din, il Saldino entrò in Damasco: fu l'ultimo grande sovrano della città prima che una lunga serie di lotte intestine favorisse la conquista mongola nel XIII secolo. Liberata dai mamelucchi, nel 1400 fu saccheggiata di Tamerlano, che portò con sè a Samarcanda non solo i grandi tesori della città, ma anche gli artigiani più esperti. Nel 1516 gli ottomani conquistarono di nuovo Damasco e la dominarono per quattro secoli, durante i quali venne relegata a un ruolo di modesta importanza.  

2 commenti:

  1. Bellissimo!!! La prossima volta si vuole Petra!

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  2. La scelta dei tesori protetti dall'Unesco è random. Per cui non so e comunque non dirò di cosa si parlerà la prossima volta. Surprise!

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