mercoledì 29 agosto 2012

UNESCO - Siti Gusuku e beni associati del regno di Ryukyu, Giappone

Particolare del castello di Shuri, a Naha
Foto di: everything-everyweher.com

I monumenti delle isole Ryukyu dichiarati dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità rappresentano cinquecento anni di storia. Le vestigia dei castelli arroccati sulle alture illustrano la storia e la struttura sociale dell'arcipelago tra il XII e il XVII secolo, mentre i luoghi sacri sono una muta testimonianza della sopravvivenza di antichi riti giusti fino ai nostri giorni.


Nome: Siti Gusuku e beni associati del regno di Ryukyu
Patrimonio dell'Umanità: dal 2000
Ubicazione: nella prefettura di Okinawa, nelle isole Ryukyu, a sud dell'arcipelago giapponese.

Tra il X e il XII secolo d.C. le comunità agricole che vivevano nelle isole Ryukyu iniziarono a proteggere i loro villaggi con semplici mura di pietra. Nel XII secolo alcuni signori locali, conosciuti come aji, presero a rinforzare le difese dei borghi trasformando le loro residenze in vere fortezze. Il termine Gusuku fu adottato per designare questi castelli. Nel XV secolo, dopo una lunga lotta tra i diversi gruppi aji, si formarono tre regni principali: Hozukan o Montagna del Nord, Chuzan o Montagna del Mezzo e Nanzan o Montagna del Sud. Durante questo periodo detto Sanzan o delle Tre Montagne si verificò un miglioramento degli strumenti e delle tecniche agricole che fece aumentare notevolmente la produzione. Per questo motivo si intensificarono i commerci con la Cina della dinastia Song, con il Giappone, con la Corea e con il Sudest asiatico, commerci che avrebbero raggiunto il loro apogeo tra la fine del XIV secolo e la metà del XVI. Nel 1429, sotto l'egida del sovrano Chuzan, le isole Ryukyu si unificarono in un solo regno. Su il terzo re della dinastia Sho, Sho Shin, a consolidarne il regno, creando una forte struttura amministrativa centrale e riformando la religione locale. Il regno entrò a far parte del Giappone nel 1609 durante il periodo degli shogun della dinastia dei Tokugawa, che lasciò ai sovrani delle Ryukyu solo compiti di governo locale; nel 1879 però il regno venne abolito e le isole divennero la prefettura di Okinawa, scenario durante la seconda guerra mondiale di sanguinosi scontri tra giapponesi e americani; molti dei suoi beni furono devastati. Dopo la resa del Giappone nel 1945, l'arcipelago rimase sotto la tutela americana fino al 1972, data in cui il Giappone ne recuperò il controllo.

I resti della cinta muraria del castello
Foto di: syuxermelankolia.blogspot.com

I monumenti della città di Naha
La città di Naha è quella che ha conservato il maggior numero di monumenti. 
Mausoleo Reale di Tamaudun
Foto di: japan-guide.com
Tra essi spicca il mausoleo reale di Tamaudun che fu costruito da Sho Shin nell'anno 1501 come simbolo del potere regio e con lo scopo di preservare le pratiche religiose degli abitanti di Ryukyu che celebravano i loro rituali sulle tombe dei loro antenati. La sala centrale accoglieva i resti reali prima della purificazione con l'acqua, dopodiché i sovrani venivano trasferiti nella camera occidentale, mentre le spoglie degli altri membri della famiglia reale venivano depositati nella camera orientale. L'edificio venne realizzato in pietra calcarea, mentre per la camera funeraria vera e propria venne utilizzato del calcare corallino.

sabato 25 agosto 2012

UNESCO - Chiesa lignea di Urnes

La chiesa lignea di Urnes
Foto di: morganhost.net

Tra le espressioni architettoniche medievali più caratteristiche della Norvegia vi sono le stavkirke, chiese di legno costruite in gran numero in seguito alla conversione del Paese al Cristianesimo nell'XI secolo. Purtroppo delle molte chiese sparse in tutta la Norvegia (si pensa fossero circa 1300) ne sono giunte fino a noi solo una trentina: una delle più significative è quella di Urnes.


Nome: Chiesa lignea di Urnes
Patrimonio dell'Umanità: dal 1979
Ubicazione: Contea di Sogn Ogfjordane

Foto di: skyscrapercity.com

La conversione dei popoli scandinavi al Cristianesimo si verificò piuttosto tardi e non senza difficoltà. Nei primi decenni del IX secolo il monaco Ansgar di Corvey iniziò l'evangelizzazione di Svezia e Danimarca, nel tentativo di mitigare la ferocia dei temuti vichinghi, i pirati pagani del Nord che allora terrorizzavano l'intera Europa cristiana. Ansgar, che riuscì a fondare stabilmente comunità cristiane in Danimarca, fu ben accolto nella città commerciale di Birka, dove costruì la prima chiesa in territorio scandinavo. Quando, un secolo più tardi, gli svedesi ritornarono al paganesimo, fu necessaria una nuova evangelizzazione. Più o meno in questo stesso periodo il Cristianesimo fece i suoi primi passi in Norvegia. Ma la vera conversione di massa della popolazione si verificò per merito di Olaf il Santo, il re che, salito al potere nel 1016, estese la sua autorità sull'intero Paese e completò l'opera di cristianizzazione. Da allora in tutto il territorio apparvero sempre più numerose le stavkirke, chiese in legno destinate a rispondere alle nuove necessità religiose della popolazione.

Urnes I e II
Interno della chiesa di Urnes
Foto di: flickr.com
Affacciata alle acque del Lusterfjord, sulla costa occidentale della Norvegia, la stavkirke di Urnes è una delle più antiche chiese lignee del Paese, sebbene sia stata ricostruita integralmente nel XII secolo. La parte più antica (Urnes I), le cui origini risalgono al 1060 circa, è stata ripristinata a partire dagli scavi realizzati nel 1956-1957 sotto la chiesa di epoca posteriore. E' un edificio molto semplice ad un'unica navata e con un solo presbiterio, probabilmente ispirato alle coeve chiese inglesi e irlandesi. Verso il 1125 questa struttura fu sostituita da un'altra (Urnes II) più elaborata, a pianta basilicale a tre navate, divise da sedici colonne con capitelli cubici intagliati. La sua struttura riproduce quella di una chiesa romanica di pietra, tanto che sono stati aggiunti elementi del tutto superflui dal punto di vista strutturale, come gli archi a mezza volta.
L'elemento più caratteristico dell'insieme è, comunque, la decorazione scultorea, in particolare gli intagli che decorano i sedici capitelli e, soprattutto, quelli che ornano la porta e la facciata della prima chiesa (XI secolo), realizzati per abbellire la parete settentrionale di Urnes II. Per la loro peculiarità hanno dato il nome all'ultimo dei grandi stili decorativi, che gli esperti riconoscono proprio dell'arte nordica: lo stile di Urnes, diffuso dall'XI secolo fino alla metà del XII, e caratterizzato da rappresentazioni fortemente influenzate dalle forme stilistiche dell'arte irlandese medievale.

Articolo tratto dalla collana "Planet, i capolavori dell'uomo", volume 5,  in uscita con Panorama. Edizione 2004