venerdì 16 marzo 2012

Tintoretto alle Scuderie del Quirinale

Mi trovo sul treno di ritorno da Roma, mentre ripenso alla mostra sul Tintoretto. Ho letto di questa mostra sul quotidiano "La Repubblica" e voglio riportare di seguito la prima parte del trafiletto di Melania Mazzucco, che tra l'altro è l'autrice di un'importante libro su Tintoretto (Jacomo Tintoretto e i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana. Rizzoli, 2009, pp.1020) e l'autrice dei testi in mostra:

"Non finì mai in prigione, come Cellini; nè uccise un uomo in una rissa, come Caravaggio. Non morì in miseria né suicida. La sua vita non fu inquieta come la sua opera. Eppure Tintoretto si è meritato nella storia dell'arte una leggenda duratura di simpatica canaglia. Un aggressivo, incendiario grano di pepe. Un pazzo e un mascalzone - un "tristo", per usare le parle di Pietro Aretino (il quale doveva intendersene, essendo la massima canaglia del momento). Ma cosa aveva fatto Tintoretto per guadagnarsi questa fama? Qual era il suo crimine? Non sapremo mai quanti quadri ha dipinto. Chi dice 468, chi 420, chi 260. Per ogni Tintoretto che viene espunto dal catalogo e declassato a prodotto di bottega, di copista o imitatore, ne spunta un altro, che riemerge con grande clamore mediatico da un castello inglese, dal mercato antiquario o da chissà dove. Ma anche senza addentrarsi nel ginepraio delle attribuzioni, Tintoretto dipinse più di tutti gli altri pittori del suo tempo, e più di quanto sembra umanamente possibile."

Consiglio vivamente la visita. Prima di tutto si tratta della prima mostra monografica significativa del pittore. Altra nota di pregio è la collocazione ed organizzazione dell'evento: la mostra è allestita alle Scuderie del Quirinale, un ambiente particolarmente adatto per le esposizioni. Infatti ogni opera ha il suo giusto spazio e, nonostante il gran numero di quadri esposti, ci si può godere la visione della singola opera senza essere distratti da un'altra e senza il fastidio della calca attorno.
Appena entrati ci hanno dato in omaggio un libriccino di una ventina di pagine con le notizie necessarie ad una visita consapevole, così che, anche il visitatore inesperto e che non aveva avuto modo di informarsi preventivamente, avrebbe potuto capire l'importanza di tali opere grazie a poche nozioni base.
Inoltre la mostra è divisa in tre sezioni tematiche: si inizia con le rappresentazioni sacre, si continua con la ritrattistica e si conclude con i soggetti mitologici.
Il visitatore viene accolto dal colossale S. Marco libera lo schiavo (conosciuto anche come Il Miracolo di San Marco) un telero* di cm 416x544, di fortissimo impatto visivo ed emotivo.
Tintoretto, San Marco libera lo schiavo.
1547 - 1548
Olio su tela
415 x 541 cm
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Le dimensioni dei personaggi dipinti si possono dire reali e la sistemazione di questi a semicerchio accoglie lo spettatore nel vivo della scena. La forte luce che colpisce il corpo dello schiavo disteso nudo a terra rapisce lo sguardo del visitatore e dialoga di riflesso con i bagliori emanati dalla venuta del Santo in soccorso. I personaggi attorno sono illuminati solo in parte come a rendere reale quel brulichio di chi si affaccia per osservare l'accaduto e poi immediatamente rientra nell'ombra. Di forte drammaticità è la figura in primo piano che leva le braccia al cielo a mostrare gli strumenti del martirio che si sono inspiegabilmente spezzati: il forte contrasto tra i toni chiari e le ombre del suo abito contribuisce ad enfatizzare i gesti.
Il grande telero rapisce talmente lo sguardo che appena entrati non si può fare a meno di concedergli tutte le attenzioni, dimenticando che, invece, l'opera con cui si apre la mostra è l'autoritratto del Tintoretto giovane: un quadretto in cui è fortemente visibile la pennellata veloce del pittore.
Tintoretto, Autoritratto
1546-1547 ca.
Olio su tavola
45,7 x 36,8 cm
Victoria and Albert Museum, Londra
Si prosegue poi attraverso la sezione religiosa: vi si trovano opere come La disputa di Gesù nel Tempio in cui è facilmente visibile la tradizione veneta che, al contrario di quella fiorentina, non presenta alcun disegno preparatorio, o il Trafugamento del corpo di San Marco, anche questa un'opera di notevoli dimensioni della quale colpiscono l'accentuata prospettiva attraverso le linee del pavimento, il bellissimo scorcio architettonico con il ricco colonnato e la chiesa sul fondo, e la rappresentazione dell'uragano con luminescenze leggere come veli o nuvole semi-trasparenti che si muovono tra le cose e le persone.
Tintoretto, La disputa di Gesù con i dottori nel tempio di Gerusalemme
1541 ca.
Olio su tela
197 x 319 cm
Museo del Duomo, Milano
Tintoretto, Il trafugamento del corpo di San Marco
1562 - 1566
olio su tela
398 x 315 cm
Gallerie dell'Accademia, Venezia

In ogni stanza si trovano dei pannelli su cui è possibile leggere notizie utili ad inquadrare temporalmente e stilisticamente le opere che ci si appresta ad osservare.
La sezione religiosa occupa interamente il primo piano, ma prima di salire al secondo ci si può fermare nella saletta apposita che si trova subito sulla sinistra. Fermarmi in quella stanza è una cosa che adoro fare ogni volta che visito le Scuderie: prima di tutto si riposano le gambe e la schiena (cosa fondamentale per godersi pienamente il seguito della mostra) e poi il silenzio che c'è sempre nella stanza mi aiuta a metabolizzare e a riflettere su ciò che ho appena visto senza arrivare al termine della visita con grande confusione nella testa.
Appena arrivati al secondo piano si capisce subito che si apre la sezione dedicata ai ritratti: figure dagli abiti semplici che emergono da sfondi neri e ombrosi, senza arricchimenti superflui, ricchi ambienti o orpelli.
Tintoretto,  Ritratto di Jacopo Sansovino
1566 ca.
olio su tela
70 x 65,5 cm
Galleria degli Uffizi, Firenze
Tintoretto, Ritratto di Giovanni Paolo Cornaro, detto "delle Anticaglie"
1561
olio su tela
102 x 81,20 cm
Museum voor Schone Kunsten, Gand
Tintoretto, Ritratto di gentiluomo con catena d'oro
1555 - 1556 ca.
olio su tela
194 x 76 cm
Museo Nacional del Prado, Madrid
Così si arriva alla parte dedicata alle opere con argomento mitologico, e tra queste vi sono anche opere di artisti contemporanei a Tintoretto, che il pittore ha sicuramente visto e a cui a volte si è ispirato, come Tiziano, il Parmigianino, il Veronese, Sustris ed altri.

Tintoretto,  Giuseppe sfugge agli inviti della moglie di Putifarre
1555 ca.
olio su tela
54 x 117 cm
Museo Nacional del Prado, Madrid
Tintoretto,  Susanna e i vecchioni
1555 - 1556
olio su tela
146 x 194 cm
Kunsthistorisches Museum, Vienna
Tintoretto, Incontro di Tamar e Giuda
1575 - 1580
olio su tela
150 x 155 cm
Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid
Tiziano, Annunciazione
olio su tela
280 x 193,5 cm
Museo di Capodimonte, Napoli
il Parmigianino, Madonna con il Bambino e i santi Zaccaria, Maria Maddalena e Giovanni Battista
1530 - 1531
olio su tavola
75,5 x 60 cm
Galleria degli Uffizi, Firenze
Veronese,  Il buon Governo
olio su tela
105 x 64 cm
Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina, Roma
La mostra si conclude con opere della bottega di Tintoretto, soprattutto del figlio Domenico, nelle quali il maestro si riservava alcuni personaggi particolari o solo gli ultimi ritocchi.
Ma la vera ultima opera esposta è l'autoritratto che il pittore fa di se stesso ormai anziano: frontale, sguardo diretto, di chi ha dato tutto quello che poteva, a conclusione della mostra e anche della sua vita terrena.
Tintoretto, Autoritratto
1588 - 1589
olio su tela
62,5 x 52 cm
Musée du Louvre, Parigi

*telero
Tela di vaste proporzioni dipinta ad olio e applicata direttamente sul muro. Il telero è tipico dell'arte veneziana (il termine deriva dal veneto "teler") dove si diffuse già alla fine del XIV secolo nella decorazione dei grandi ambienti delle Confraternite, al posto degli affreschi sottoposti a rapido deterioramento a causa dell'umidità della laguna. Celebri sono i teleri del Carpaccio con le Storie di S. Orsola oggi trasferiti alle Gallerie dell'Accademia e quelli del Tintoretto nella Scuola Grande di San Rocco.
Il telero fu usato in età barocca anche in altre città marinare, come Genova ad esempio, dove i grandi teleri del Solimena, fra cui quello con L'arrivo delle ceneri di San Giovanni Battista a Genova, per la Sala del Maggior Consiglio, andarono distrutti nell'incendio del 1777 e di essi oggi ci restano solo i bozzetti su tela.




Alcune informazioni tecniche:
Dal 25 Febbraio al 10 Giugno 2012

Orari
Da Domenica a Giovedì dalle 10.00 alle 20.00
Venerdì e Sabato dalle 10.00 alle 22.30
L'ingresso è consentito fino ad un'ora prima dell'orario di chiusura.

Prezzi
Intero € 10,00
Ridotto € 7,50

Sede della mostra:
Scuderie del Quirinale, Via XXIV Maggio, 16, Roma

Mostra a cura di Vittorio Sgarbi, con testi di Melania G. Mazzocco

Link utili:



Fonti
I classici dell'arte, Tintoretto, Rizzoli Skira (Corriere della Sera)
Articolo di Repubblica del 25/02/2012 consultabile sul sito:


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