Veduta dall'alto della città Foto tratta da: beachoptions.com |
I primi passi degli spagnoli in America furono facili: nelle Antille trovarono indiani pacifici che non fu difficile sottomettere, e in Messico un grande impero dove fu sufficiente sostituire il potere centrale per ottenere il controllo di un vasto territorio. Incoraggiati dal successo ottenuto, i conquistatori decisero di ampliare i loro domini verso le coste caraibiche della Colombia e del Venezuela. Fu così fondata Cartagena delle Indie, sul Mar de Caraibi: oggi splendido esempio di architettura coloniale.
Nome: Cartagena delle Indie
Patrimonio dell'Umanità: dal 1984
Ubicazione: sulla costa settentrionale della Colombia, sul Mar dei Caraibi
Foto tratta da: travelsmania.com |
Il tentativo dei conquistadores di estendere i loro possedimenti a territori come la Colombia e il Venezuela si rivelò più arduo del previsto, soprattutto per la presenza delle feroci tribù caraibiche, le stesse che avevano terrorizzato gli indiani antillani prima della "conquista". Il primo insediamento stabile fu fondato nel 1533 dal madrileno Pedro de Heredia, sulle rovine di un villaggio indigeno chiamato Calamarì, i cui abitanti avevano opposto un'accanita resistenza agli invasori. Ribattezzato con il nome di San Sebastiano di Cartagena, fu presto trasformato in Cartagena delle Indie, ancora attuale.
Il primo riordinamento urbanistico avvenne tra il 1535 e il 1537 a opera di Juan de Vadillo. La città fu devastata da un incendio nel 1552 e non si sa fino a che punto la ricostruzione si attenne al tracciato originale, dal momento che il progetto più antico che si conserva è posteriore a tale data: risale al 1595 e fu elaborato dall'ingegnere Battista Antonelli come punto di partenza per tracciare il sistema di fortificazioni voluto dal re Filippo II. A quell'epoca Cartagena aveva già raggiunto un notevole sviluppo. Alla sua ascesa non fu estraneo il saccheggio delle tombe della civiltà Sinù, che il capitano Francisco César de Cartagena aveva rinvenuto nella vicina Valle del Cauca grazie alle indicazioni di alcuni indigeni. I Sinù erano una delle cosiddette "civiltà dell'oro", poiché erano soliti seppellire i loro capivillaggio con ricchi e preziosi corredi funebri. Il saccheggio delle tombe era considerato peccato: gli abitanti di Cartagena lo pagarono ben presto con le incursioni dei pirati, sempre più frequenti dal 1568 in poi.
Alla ricchezza della città contribuì il fatto di essere uno dei principali porti della flotta delle Indie, varata nel 1561 proprio con la finalità di proteggere dagli attacchi dei pirati le navi che trasportavano in Spagna l'oro e l'argento, estratti nelle ricche miniere americane.
La torre dell'orologio all'entrata della città vecchia Foto tratta da: digitaljournal.com |
Forti e muraglie
Cartagena non era del tutto priva di difese, giacché nei contratti stipulato con Pedro de Heredia si è trovata traccia della costruzione di un forte per proteggere il porto. Quando il re Filippo II si decise a varare il vasto progetto di fortificazione dei porti dei Caraibi, diede l'incarico ad Antonelli, membro di una famiglia di architetti, da anni al servizio della Corona spagnola. Antonelli decise di cingere tutta Cartagena, eccetto un sobborgo, con un'imponente muraglia sostenuta da baluardi, secondo i principi dell'ingegneria militare dell'epoca. Il Forte di San Felipe de Barajas e la Batteria di San Fernando de Bocachica, situata di fronte al mare, dominano l'intero panorama.
Forte di San Felipe de Barajas Foto tratta da: my.opera.com |
Forte di San Fernando de Bocachica Foto tratta da: panoramio.com |
Architettura civile e religiosa
La Cartagena coloniale non fu soltanto una grande fortezza. Protetta dalle mura, la città si sviluppò rapidamente, assumendo il ruolo di porto principale della Nuova Granada prima, e della Repubblica della Colombia in seguito. Tale dinamismo si tradusse in una continua crescita, e addirittura in una sovrapposizione, delle architetture della città vecchia. Caratteristica comune degli edifici civili e religiosi è l'austerità decorativa, la cui origine è rintracciabile in un curioso decreto reale del 1550 che proibiva nella Nuova Granada le decorazioni ridondanti.
La cattedrale della città fu costruita con materiali non durevoli anche dopo l'incendio del 1552, e il suo primo impianto in pietra fu quasi distrutto ancora prima di essere terminato. Nonostante ciò, l'aspetto attuale corrisponde abbastanza fedelmente al progetto originale.
Cattedrale Foto tratta da: panoramio.com |
Gli ordini religiosi che si stabilirono in Colombia nel corso del XVI secolo furono i Domenicani, i Francescani e gli Agostiniani. Tutti ebbero a Cartagena importanti conventi, dei quali ci è pervenuta soltanto la chiesa di Santo Domingo, la cui realizzazione risale al XVII secolo. Già nel corso dei secoli XVII e XVIII l'importanza della Compagnia di Gesù eclissò nelle colonie tutti gli altri ordini, fino al 1767, anno in cui i Gesuiti furono espulsi dalla Spagna e dalle colonie. A Cartagena i Gesuiti hanno lasciato la splendida chiesa di San Pedro Claver e il più notevole degli edifici civili esistenti nella città, il palazzo dell'Inquisizione (1770). Lo splendido frontone barocco risalta sul bianco luminoso della facciata, e costituisce un elemento tipico degli edifici di Cartagena, così come le cancellate in legno lavorato al pianterreno e le balconate continue al primo piano. Legno e calce sono due materiali caratteristici dell'architettura urbana di Cartagena, a cui conferiscono un singolare sapore andaluso. Il legno fu molto utilizzato per i soffitti a cassettoni ereditati dall'arte arabo-spagnola, che divennero un motivo costante nelle chiese e nei palazzi. Ma a Cartagena il legno fu soprattutto un elemento dell'architettura popolare, utilizzato per balconi e cancellate, sempre dipinti a calce che abbelliscono numerose case di quartieri come San Diego e Getsemani.
Foto di Cartagena vecchia con palazzi caratteristici Foto tratta da: themissfrommiss.blogspot.com |
Articolo tratto dalla collana "Planet, i capolavori dell'uomo", volume 14, in uscita con Panorama. Edizione 2004
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