mercoledì 3 ottobre 2012

UNESCO - Città storica di Polonnaruwa, Sri Lanka

Le gigantesche statue del Buddha in piedi e sdraiato di Gal Vihara
Foto tratta da: members.virtualtourist.com

Nel III secolo a.C. il principe Mahinda, figlio del grande e pio imperatore indiano Asoka, giunse a Ceylon come missionario buddhista e piantò a Anuradhapura un ramo dell'albero sacro che un giorno aveva fatto ombra a Buddha. Nel giro di pochi anni la nuova religione pose radici vigorose e divenne la fede della grande maggioranza dei singalesi.

Nome: Città storica di Polonnaruwa
Patrimonio dell'Umanità: dal 1982
Ubicazione: nella provincia Nord-Centrale dello Sri Lanka, 200 km a nord-est da Colombo.




Nell'VIII secolo, anche se Anuradhapura rimaneva la capitale amministrativa, religiosa e politica del regno, Polonnaruwa, cittadina sulle sponde del lago Parakrama, divenne residenza reale. Nell'XI secolo i Cola, la dinastia tamil indù che regnava in una vasta regione meridionale dell'India, invasero lo Sri Lanka e cercarono di imporvi la loro religione, quella induista di Shiva, innalzando monumenti che niente avevano a che vedere con la tradizione singalese. Inoltre, consapevoli di quanto il Buddhismo fosse radicato ad Anuradhapura, decisero di stabilire la propria capitale a Polonnaruwa, edificandovi templi dedicati a Shiva e alla sua consorte Parvati.
Poco tempo dopo i Cola furono cacciati da un principe locale, Vijaya Bahu I, il quale si dedicò all'ampliamento e all'abbellimento di Polonnaruwa, che divenne il simbolo del potere singalese e del ritorno al Buddhismo più puro.
Dal 1154 al 1186 Parakrama Bahu I fece costruire decine di sfarzosi monumenti. Per la prima volta nella storia, Ceylon dominava la sua vicina, la grande India. A Parakrama seguì Nissanka Malla (1187-1196), il cui regno fu caratterizzato da un'ansia costante di superare in bellezza le opere del predecessore e conferire l'immortalità anche al proprio nome. Alla morte di Nissanka invasori proveniente dall'India devastarono il Paese. Nel XIII secolo la capitale fu spostata a Kandy e Polonnaruwa fu inghiottita dalla foresta.

Il Buddha seduto di Gal Vihara
Foto tratta da: my.opera.com
Il "Grande Quadrangolo"
A Polonnaruwa l'utilizzo di una malta a base di calce consentì la costruzione di edifici di mattoni di dimensioni fino ad allora sconosciute, con muri maestri molto resistenti, arricchiti da decorazioni, per lo più in stucco, di spettacolare bellezza.
I monasteri della città sono disposti intorno a immensi dagoba (stupa), l'espressione più antica dell'architettura singalese, spesso caratterizzata dal gusto per il gigantismo. Si tratta di monumenti religiosi dedicati al culto di Buddha, costituiti da un basamento a cupola sormontato da una struttura a pianta quadrata. I dagoba più importanti, tutti opera di Parakram Bahu I, sono quelli di Kiri Vehera, Rankot e Damila-Thupa.
Il nucleo monumentale più importante di Polonnaruwa è il "Grande Quadrangolo", una vasta spianata concepita da Vijaya Bahu I come centro della vita ufficiale, in qui sono presenti il Tempio della Reliquia di Buddha, la Casa delle Sessanta Reliquie e il Nissanka Lata Mandayapa, un edificio rettangolare con balaustra traforata. Il primo edificio, costruito da Parakrama Bahu I, contiene molte statue di Buddha e un minuscolo dagoba in ognuna delle sue quattro entrate, situate in direzione dei quattro punti cardinali. Dalla Casa delle Sessanta Reliquie, opera di Nissanka Malla, è rimasto un muro di pietre poggiato sopra un plinto scolpito e fiancheggiato da file di colonne e dalle figure dei guardiani del tempio.

Il dagoba Kiri Vehera uno dei più importanti del complesso monastico.
Foto tratta da: thelankan3000.webnode.com

Il tempio di Lankatilaka
Foto tratta da: geolocation.ws

I monumenti più famosi del complesso archeologico di Polonnaruwa sono i colossi di Gal Vihara - cinque statue monumentali scavate direttamente nella roccia che rappresentano il Buddha in diverse posizioni - che costituiscono la migliore testimonianza della passione dell'arte singalese per le dimensioni gigantesche. Lunga 15 metri, la statua del Buddha disteso, che rappresenta il momento della sua morte, trasmette un senso di placidità e di quiete: i piedi sono uniti, la testa è appoggiata a una mano sopra un cuscino cilindrico, l'altro braccio disteso lungo il corpo, gli occhi socchiusi e la serenità dipinta sul volto. Il Buddha in posizione eretta, con le mani incrociate sul petto e gli occhi semichiusi, si distingue per la sua ieraticità. Le tre sculture del Buddha, seduto a gambe incrociate nella posizione del loto, hanno come tratto caratteristico l'imperturbabilità del volto.
Non è stato ancora restaurato  il Demala Maha Seya, che, con i suoi 300 metri di circonferenza, è il tempio più grande di Polonnaruwa. Sono, invece, in ottimo stato di conservazione i templi di Thuparamaya, Lankatilaka e Tivanka, costruiti in mattoni e decorati con enormi sculture rappresentanti il Buddha. Il tempio di Tivanka custodisce, inoltre, delicati affreschi del XIII secolo.

Affreschi all'interno del tempio di Tivanka
Foto tratta da: tripwow.tripadvisor.com

Articolo tratto dalla collana "Planet, i capolavori dell'uomo", volume 10,  in uscita con Panorama. Edizione 2004

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