Arroccato su un isolotto di fronte alla costa normanna, sospeso tra terra e mare a causa delle maree,
Mont-Saint-Michel con la sua abbazia benedettina h incarnato la tensione religiosa dell'Alto Medioevo.
Le sue profonde radici spirituali si sono conservate fino ad oggi passando attraverso il turbine di dieci secoli di storia. Mille anni che hanno lasciato traccia nel complesso monastico visibile ai giorni nostri, frutto di successive integrazioni architettoniche, variazioni d'uso e recenti ristrutturazioni.
Nome: Mont-Saint-Michel
Patrimonio dell'umanità: dal 1979
Ubicazione: nelle regioni della Bassa Normandia e Bretagna, nei dipartimenti di La Manche e Ile-et-Vilain.
Nell'anno 708 dell'era cristiana, Sant'Aubert ebbe una premonizione: erigere un santuario in onore dell'arcangelo Michele sul Mont-Tombe, uno sperone roccioso che si ergeva nel bosco di Scissy, all'estremità occidentale della Normandia. Sant'Aubert, all'epoca vescovo di Avranches, iniziò il compito insieme ad un piccolo gruppo di fedeli. Presto ricevette un aiuto inatteso: il piede del piccolo Bain, ancora un neonato, provocò una frana e rocce e macerie precipitarono giù per il pendio, sgombrando un'ampia superficie di terreno. Su quest'area venne costruito l'oratorio, e il vescovo, volendo arricchire il santuario con secre relique, inviò i suoi chierici sul promontorio del Gargano, in Puglia, dov'era la sede del primo santuario occidentale dedicato al culto di San Michele.
Saint-Michel, storia e leggenda vivente
Storia e leggenda si intrecciano nella descrizione delle origini di Saint-Michel, questo isolotto granitico con un diametro di poco più di 950 metri. Nonostante sia stato eretto soltanto sotto la forte tensione religiosa dell'Alto Medioevo e non abbia mai perso il suo carattere spirituale, Saint-Michel è stato lo scenario privilegiato di buona parte degli avvenimenti e delle drammatiche vicende storiche che hanno lacerato la Francia per più di cinquecento anni.
Alla morte di Sant'Aubert, le reliquie di San Michele andarono a finire in un collegio di canonici che, dimentichi dell'austerità del momento della fondazione, provocarono motivi di scaldalo tra la gente del luogo. Il duca di Normandia, Riccardo I, mise fine a questi abusi portando al santuario monaci benedettini appartenente all'abbazia di Saint-Bedrille. Con l'abate Maynard venne iniziata la costruzione della chiesa romanica a due navate di Notre-Dame-sous-Terre, distrutta parzialmente in un incendio nel 992 e sulla quale poggia l'abbazia attuale.
Mezzo secolo dopo, Hildebert I eresse una gigantesca croce sulle sabbie mobili che circondano Saint-Michel, a metà strada tra l'abbazia e Punta Mouet, poggiata su di un basamento di quattro metri quadrati, la croce sprofondò progressivamente fino a sparire completamente; la sua sagoma fantasmagorica, descritta magistralmente dalla penna di Victor Hugo, riapparve parzialmente per l'ultima volta nel 1868, durante una forte marea equinoziale.
I lavori per la realizzazione dell'attuale abbazia romanica iniziarono nel 1017 sotto la direzione dell'architetto Ranulphe de Bayeux. Situata sulle fondamenta della costruzione precedente - l'edificio era composto da una cappellania, sostituita poi dalla sala dell'Aquilone, dal chiostro con edifici adiacenti, dal refettorio e dalla cucina, oltre che dalle celle e dall'infermeria. La navata e il transetto della chiesa - consacrata nel 1022 - sono stati costruiti sulla sporgenza superiore della rupe, e ciò ha permesso la costruzione di cripte occupate da cappelle. Della costruzione originale resta solo il lato meridionale, poiché il settore settentrionale è stato ricostruito dopo il crollo del 1103. Incendi successivi e ricostruzioni posteriori conferiscono alla chiesa uno stile originale, che unisce armoniosamente elementi architettonici appartenenti a epoche diverse: la base è dell'XI secolo, le navate laterali sono coperte da una volta costruita un secolo più tardi mentre il coro e la guglia appartengono al tardo gotico. Quest'ultima culmina maestosamente nei suoi 117 metri sul livello dell'acqua e della sabbia circostanti.
L'abbazia visse un periodo d'oro sotto la guida di Robert de Torigny, tra il 1154 e il 1186. Saggio ed erudito, l'abate seppe risvegliare tra i suoi confratelli l'amore per le lettere e, in particolare, per l'arte della miniatura. Effettuò, inoltre, profonde ristrutturazioni architettoniche, modificando l'entrata della chiesa con l'obiettivo di ottenere un maggiore isolamento tra i monaci e i già numerosi pellegrini. Volendo dotare la sua opera di una certa grandiosità, costruì due torri davanti alla facciata della chiesa, caratteristicamente unite da un ampio portico.
Guy de Thouams assediò Saint-Michel nel 1204. Benché la fortezza fosse rimasta inespugnata, nella loro ritirata, i Bretoni incendiarono il villaggio che circondava l'abbazia, che risultò gravemente danneggiata. In una nuova ricostruzione, diretta dall'abate Jourdain tra il 1203 e il 1228, fu eretto l'elemento più rappresentativo di Saint-Michel: la "Meraviglia", la parte gotica dell'abbazia. Essa si compone di due ali, una orientale e l'altra occidentale, entrambe sostenute da possenti contrafforti, fondati nella viva roccia, che raggiungono i 32 metri di altezza. Diversa è invece la distribuzione degli spazi interni: l'alta occidentale contiene uno dei chiostri più belli di tutta la Francia, dal quale si accede all'ala orientale attraverso una galleria che mette in comunicazione il chiostro con il refettorio.
La "Meraviglia" è divisa in tre piani sovrapposti: in quello inferiore si trovano la cappellania e i granai, in quello di mezzo la sala degli ospiti e quella dei cavalieri dell'Ordine di Saint-Michel - antica sala di lavoro dei monaci -; infine, in quello superiore, a livello della chiesa, il refettorio.
Come in altri edifici gotici della stessa epoca, la luce viene trattata come se fosse un elemento vivo, suscettibile di mutamenti; quindi il piano superiore è fiancheggiato da strette finestre sporgenti aperte tra i contrafforti, mentre le colonne del chiostro sono in doppia fila e alternate.
Nel 1316 gli eserciti inglesi occuparono Tombelaine, creando una piazzaforte che minacciava l'integrità di Saint-Michel, fedele alla Corona francese. Dopo una tregua di quasi settant'anni, l'ostilità ripresero e Robert Jolivet si sforzò di preparate la città allo stato di assedio, aumentandone le difese e facendo costruire un'immensa cisterna d'acqua potabile. Infine decise di affidare il comando della guarnigione a Jean Hancourt.
Robert Jolivet, credendo perduta la causa francese, si schierò con gli inglesi e divenne amico e consigliere per la Normandia del re d'Inghilterra. Louis d'Estaville prese in mano la situazione e, per sette lunghi anni, monaci e cavalieri resistettero all'assedio inglese, durante il quale il coro della chiesa crollò sotto il fuoco dell'artiglieria nemica.
Un'operazione fortunata, realizzata nel 1427, permise di infliggere una dura sconfitta all'esercito inglese. Vennero infatti catturate due bombarde, che si conservano ancora nell'abbazia con il nome di michelettes. D'Estaville non si lasciò inebriare dal successo e procedette all'aggiunta di un nuovo elemento el complesso dello Chatelet, una struttura rettangolare e merlata che obbligò gli inglesi a sottomettersi al fuoco dei difensori nelle vicinanze della cittadella.
Il 1450 segnò la conclusione della guerra dei Cent'Anni e, quindi, la definitiva liberazione di Mont-Saint-Michel.
Decadenza dell'abbazia
Agli inizi del XII secolo, il cardinale di Beville decise di introdurre nell'abbazia la riforma di San Mauro. I nuovi frati abbandonarono il dormitorio e spostarono le celle nel refettorio, dividendo la sala in due parti e introducendo altre alterazioni strutturali poco felici. Inoltre, nel 1780 la facciata romanica, che minacciava di cadere, fu demolita e sostituita dal modesto portale neoclassico che è possibile vedere nella piattaforma occidentale.
Una volta esaurite le riserve spirituali e materiali dei Benedettini nelle dispute con i Gesuiti, lo zelo religioso andò scemando lentamente. La rivoluzione francese sorprese Saint-Michel in pieno declino, oggetto di saccheggi nel corso dei quali furono profanate le sue sante reliquie. Nel 1811 il monastero si trasformò un centro penitenziario. L'abbazia venne infine restituita al culto e occupata dai religiosi di Saint-Edme de Pontigny. Si iniziarono poi i lavori di ricostruzione di Saint-Michel, che si prolungarono fino a buona parte del XX secolo.
Attualmente la progressiva accumulazione di sedimenti nella baia di Saint-Michel minaccia di cancellare il carattere insulare dell'abbazia. Il passaggio dei turisti si è sostituito a quello dei monaci e dei pellegrini, con il rischio di far dimenticare le profonde radici spirituali dell'abbazia. Nel tentativo di scongiurare questo percolo, nel 1966 i monaci benedettini di Saint-Wandrille e di Bec presero possesso simbolicamente del monastero. Uno di loro rimase confinato in una cella, recuperando in questo modo la tradizione di meditazione e ospitalità mantenuta a Saint-Michel per più di mille anni.
Di seguito in breve video
(tratto da Youtube - marcopoloviaggi)
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