giovedì 13 settembre 2012

UNESCO - Monumenti megalitici di Stonehenge

Foto tratta da: english-heritage.org.uk

Cinquemila anni fa la Gran Bretagna meridionale era già densamente popolata, anche se non sappiamo esattamente chi fossero e da dove provenissero i suoi abitanti. Con ogni probabilità erano giunti dal continente in ondate successive: forse i primi erano arrivati seguendo i banchi di mammut e renne, quando ancora non era formato il Canale della Manica. La loro civiltà è testimoniata da una serie di monumenti megalitici: il più famoso è il misterioso anello di Stonehenge.

Foto tratta da: sawiggins.wordpress.com

Nome: Stonehenge, Avebury e località vicine
Patrimonio dell'Umanità: dal 1986
Ubicazione: nella parte meridionale del Regno Unito, nella contea di Wiltshire

Circolo esterno di Avebury, il più grande complesso circolare megalitico
d'Europa; formato da circa 100 menhir, ha una circonferenza di 1,3 km
Foto tratta da: sacredsites.com
Anche dopo essere stata isolata dal continente, la Britannia non fu mai un luogo così remoto e isolato come lo avevano immaginato i Romani. Le condizioni favorevoli per la caccia, la pastorizia e lo sfruttamento minerario attirarono l'attenzione degli uomini del Paleolitico, del Neolitico e dell'Età del Ferro. Tuttavia, nonostante la cultura sviluppata di questi primi abitanti possa considerarsi autoctona, essi non interruppero mai le relazioni con il continente, dal quale mutuarono le numerose influenze riscontrabili nei loro monumenti.
Segni di queste antiche culture - cerchi di enormi pietre verticali, tumuli funerari e resti di costruzioni - sono particolarmente abbondanti nella contea di Wiltshire.
Già nel 1130 Enrico di Huntingdon definiva Stonehenge il più conosciuto di questi monumenti, "una delle quattro meraviglie della Britannia". Nel XVII secolo l'architetto Inigo Jones intraprese una prima campagna di scavi a  Stonehenge, mentre il suo contemporaneo John Aubrey ipotizzò che il sito fosse un tempio di druidi celti. Questa versione prevalse a lungo.
Nel XVIII e XIX secolo i grandi collezionisti di antichità finanziarono nuove campagne di ricerca: molti altri giacimenti preistorici furono scavati, ma con metodi scarsamente scientifici. Solo alla fine dell'Ottocento, con l'affermarsi dei moderni metodi di ricerca archeologica, Stonehenge divenne oggetto di seri studi scientifici.

Menhir di Avebury
Foto tratta da: historicalbellesandbeaus.blogspot.com

Arenaria e pietre azzurre
Un terrapieno circolare di 97,5 metri di diametro, circondato da un fossato, è la più antica costruzione di Stonehenge, eretta intorno al 3100 a.C., ancora in epoca neolitica. Risale alla prima delle tre fasi in cui gli archeologi dividono la storia del sito: ad essa appartengono anche le Aubrey Stones, l'anello di 56 buche che circonda il perimetro interno del terrapieno, e le quattro Station Stones, che furono collocate astronomicamente in base al sorgere del sole nel solstizio d'estate. Tutto questo implica che il monumento possedesse già una funzione rituale (o forse di calendario).
All'inizio del terzo millennio iniziò la seconda fase con l'ampliamento dell'ingresso al terrapieno tramite un viale di 500 metri che conduceva alla Heel Stone (Pietra del Tallone). All'entrata del complesso furono innalzati numerosi monoliti di arenaria di Sarsen, una cava situata a circa 45 chilometri da Stonehenge, mentre all'interno vennero disposti due semicerchi paralleli di pietre azzurre (doleriti) provenienti dalle Prescelly Hills, nel Galles sudoccidentale. Queste colline distano quasi 200 chilometri e il trasporto delle pietre costituisce un'impresa ancor più sorprendente se si considera che i costruttori di Stonehenge II non conoscevano ancora né la ruota né i metalli. Ma questa fase non fu portata a termine.
Le enormi pietre di Stonehenge
Foto tratta da: ebookers.com
Agli inizi del secondo millennio il complesso venne interamente rimodellato secondo un progetto più grandioso che comprendeva un cerchio principale di 30 menhir, collegati da architravi continui, fissati ai pilastri con sapienti incastri, e un altro cerchio interno formato da cinque triliti (due pilastri collegati in alto da un architrave) disposti a ferro di cavallo.
Gli autori di questa fase erano gli uomini della civiltà di Wessex, fiorita nell'Inghilterra sudorientale all'inizio dell'Età del Bronzo. Buoni navigatori, mantenevano contatti commerciali con i popoli della Grecia, dai quali probabilmente impararono le tecniche impiegate nell'edificazione delle muraglie e delle tombe ciclopiche dell'antica Micene. Risulta evidente che la civiltà che aveva eretto Stonehenge III era popolosa e fortemente gerarchizzata, considerando che solo un'enorme disponibilità di manodopera e una grande organizzazione possono spiegare la riuscita di un'impresa così impegnativa.

Veduta aerea del circolo esterno di Avebury
Foto tratta da: megalithic.co.ok

Il complesso di Avebury
Molti altri monumenti situati nei dintorni di Stonehenge evidenziano la vitalità della regione durante il Neolitico e la prima Età del Bronzo. Il monumento più primitivo è quello chiamato Ballo di Robin Hood, un complesso di due terrapieni circolari databile tra il 4000 e il 3000 a.C. Al terzo millennio appartengono i resti di due edifici circolari circondati da un terrapieno di 470 metri di diametro a Durrington Walls: il complesso di Woodhenge, costituito da sei cerchi concentrici di pali di legno attorno alla tomba di un bambino, e il Cursus, un allineamento di terrapieni con fossati che si estende per quasi tre chilometri.
Nel Wiltshire si trova anche l'Avebury Circle, che rappresenta il nucleo del maggiore complesso cerimoniale neolitico d'Europa, anche se il suo precario stato di conservazione ha reso impossibile ricostruirne interamente la struttura. Sembra risalire alla seconda metà del terzo millennio e comprende un terrapieno con fossato che racchiude una superficie di 11,5 ettari, occupata da un ampio anello esterno di pietre e da due interni più piccoli.
Due delle quattro entrate che consentono l'accesso al terrapieno si prolungano in viali fiancheggiati da grandi monoliti. Quelli di Backhampton, a ovest è scomparso quasi completamente, mentre quello di West Kennet, a sud, ha potuto essere ricostruito, seppur in modo parziale. Si estende per 2,4 chilometri, formando un sentiero cerimoniale che conduce alla collina di Overton, dove si trova il Santuario, una struttura in pietra e legno associata a riti funebri. Le tracce più antiche dell'Avebury Circle sembrano quelle di Windmill Hill, sono stati scoperti tre fossati concentrici databili intorno al 3700 a.C. Mille anni più tardi fu eretta Silbury Hill, la più grande collina artificiale della storia d'Europa, la cui costruzione richiese 250 000 metri cubi di terra e pietre. Il complesso termina con il tumulo di West Kennet, la più grande tomba collettiva a cupola dell'Inghilterra meridionale.

Articolo tratto dalla collana "Planet, i capolavori dell'uomo", volume 2,  in uscita con Panorama. Edizione 2004

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