sabato 15 settembre 2012

UNESCO - Città storica di Toledo, Spagna

Vista della città
Foto tratta da: topworldcities.net

Adagiata in uno splendido sito, una rotonda collina circondata da un'ansa del fiume Tago, Toledo è stata punto di incontro di tutte le culture passate che si sono affrontate, intrecciate, alternate nel territorio iberico: dai celtiberi ai romani e ai visigoti, dai re cristiani agli emiri arabi e alla comunità ebraica. Per secoli sembrò destinata a essere la capitale della Spagna, ma nel 1560 fu soppiantata da un oscuro paesino, Madrid: evitando di diventare una metropoli, però, ha conservato l'incanto medievale delle sue strade e un complesso di monumenti senza eguali in Spagna.


Nome: Città storica di Toledo
Patrimonio dell'Umanità: dal 1986
Ubicazione: nel centro della Spagna, nella Comunità autonoma di Castiglia-La-Mancha, a 70 km a sud-est di Madrid

Ponte di Alcantara di epoca romana
Foto tratta da: agustinbellido.com
Il luogo dove sorge Toledo - un promontorio roccioso contornato dalle curve del fiume Tago - sembra essere stato destinato all'insediamento di una città: facile da difendere, con abbondanza d'acqua, un'ottima visibilità e circondato da una pianura bassa e fertile. E così le origini della città si perdono nella notte dei tempi, come lo stesso popolamento della Meseta meridionale, sulla quale sorge Toledo. La sua storia è una lunga sequela di cambi di proprietà che, fortunatamente, si svolsero nella maggior parte dei casi senza cruente battaglie, con conseguente beneficio del patrimonio artistico.

Romana e gota
Per la storia la città nasce come Toletum, città del popolo celtiberico dei Carpetani, conquistata dai Romani nel II secolo a.C.. secondo quanto riferisce Tito Livio. Dei cinquecento anni di dominazione romana si sono conservati i resti di un circo e una naumachia, un teatro e un anfiteatro, alcuni resti dell'antico ponte dell'Alcantara, più volte ricostruito, e di una prima muraglia che racchiudeva il nucleo più antico della città, con tutta probabilità situato attorno alla piazza si Zocodover. La grotta di Ercole, un piccolo sotterraneo con il soffitto a volta su cui si basano molte leggende, faceva sicuramente parte del sistema romano di fortificazione.
Ma la città divenne però protagonista della storia solamente dopo le invasioni germaniche. Come capitale del regno visigoto, da metà del VI secolo fino all'invasione musulmana dell'VIII secolo, fu sede di vari concili e oggetto di attenzione da parte dei regnanti, che ricostruirono le mura e consacrarono diverse basiliche. Capitelli dispersi, iscrizioni e alcuni oggetti d'arte orafa sono tutto quello che rimane dello splendore un po' barbaro della Toledo visigota, occupata verso la fine del 711 dall'esercito del condottiero arabo Tariq ibn Ziyad appena uscito vittorioso dalla battaglia di Gibilterra contro il re Rodrigo. Dunque, Tolaytula fu elevata, anche se provvisoriamente, a prima capitale dell'emirato di al-An-dalus, in seguito trasferito a Cordova. Per un certo periodo di tempo, gli abitanti di Toledo continuarono a vivere come se non fosse successo niente. Il loro vescovo conservò addirittura il rango di primate di Spagna fino agli inizi del IX secolo, il che significava che sia il territorio controllato dall'emiro, sia i ribelli del settentrione erano sottomessi alla sua autorità spirituale.
Poi, piano piano, le chiese vennero trasformate in moschee, fino a quando, nel 1085, la città tornò senza nessun trauma in mani cristiane. Infatti, Alfonso VI, che aveva trascorso nove mesi di esilio a Toledo a causa della disputa con suo fratello Sancio per la successione al regno di Castiglia e Leòn, negoziò con il re al-Qadir la consegna della città, avvenuta dopo un assedio simulato, in cambio di un aiuto per conquistare e conservare il regno di Valencia.

Portone della chiesa di Santiago del Arrabal
(XIII secolo)
Foto tratta da: commons.wikimedia.org
La città delle tre culture
Viste le circostanze, non stupisce affatto che la capitolazione sia stata particolarmente tollerante, permettendo ai musulmani di conservare le loro proprietà e addirittura la moschea maggiore. Tuttavia, nel giro di poco tempo le condizioni iniziarono a non venire più rispettate, e in meno di un anno la moschea venne trasformata in cattedrale. Nonostante ciò, la città non si spopolò, anzi conservò una folta comunità musulmana, mentre anche quella ebraica iniziò a crescere, trasmettendo così l'idilliaca immagine di una "Toledo delle tre culture", nella quale avrebbero convissuto pacificamente musulmani, ebrei e cristiani durante tutto il Medioevo. La verità è invece diversa: non mancarono infatti tensioni e scontri diretti fra le tre comunità, e quella cristiana ebbe sempre un netto predominio sulle altre. E' comunque indiscutibile che, durante il XII e il XIII secolo, Toledo fu un'importantissima capitale culturale grazie alla Scuola dei Traduttori, che inizialmente si sviluppò con l'appoggio dei vescovi e, in seguito, anche del re Alfonso X il Saggio. Intellettuali e studiosi musulmani, ebrei e cristiani di ogni parte d'Europa portarono a termine un'immensa opera di raccolta e traduzione in lingua romanza delle più importanti opere di medicina, astronomia, filosofia e letteratura latine, greche e arabe. Sul piano dei monumenti, le tre religioni hanno lascito abbondanti tracce nel ricchissimo patrimonio medievale di Toledo.
Le mura
Foto tratta da: paesi online.it
Puerta Bisagra
Foto tratta da: euroresidentes.com
Le mura, che sono in gran parte di fattura araba, conservano splendide porte come quella di Bisagra o di Bib al-Mardon, insieme ad altre costruite posteriormente alla conquista cristiana. Per quanto riguarda le chiese, molto sono costruite in stile mudéjar - il che rivela la presenza di numerosi artigiani musulmani nella città -, ma esistono anche moschee e sinagoghe, nonostante siano state trasformate tutte in chiese cristiane.
La chiesa del Cristo de la Luz, edificata nel X secolo come moschea, era già stata consacrata al cristianesimo nel XII secolo, mentre le sinagoghe - l'attuale chiesa di Santa Maria la Blanca, del XII secolo, e la tardiva sinagoga del Transito, finanziata nel XIV secolo da Samuel Levi, tesoriere di Pedro I - lo sarebbero state più tardi, in seguito all'espulsione degli ebrei decretata del 1492 dai Re Cattolici.

Il chiostro di San Juan de los Reyes. La chiesa e il monastero vennero costruiti per commemorare la vittoria dei Re Cristiani sui Portoghesi e sono un singolare esempio di gotico fiammeggiante della penisola iberica.
Foto tratta da: en.wikipedia.org

Splendori gotici
Non per questo si deve considerare Toledo una città orientale, poiché nello stretto spazio all'interno delle mura si conserva una gran parte del miglior gotico spagnolo. Fra il 1222 e il 1224 venne decisa la costruzione della moschea grande, che fino ad allora aveva svolto le funzioni di cattedrale, con una chiesa gotica. Così come era successo a Burgos, l'iniziativa partì da Ferdinando III il Santo e da un vescovo illuminato, Rodrigo Ximénez de Rada e, tenendo in conto la maggior importanza di Toledo, il progetto assunse dimensioni decisamente monumentali. La pianta è infatti a cinque navate, prolungate in una doppia abside che si apre su quindici cappelle radiali che servirono da sepolcro alle famiglie della nobiltà locale e alle più ricche corporazioni di mestieri. La cattedrale però non è così fedele al modello francese classico come lo sono quelle di Burgos e di Leòn; infatti, sebbene sia stata ispirata al modello di quella di Bourges, rivela chiaramente una volontà di adattamento alle tradizioni locali, con caratteristiche molto significative come l'utilizzo dell'arco polilobato, tipico dell'arte araba. Nel 1248 la morte del vescovo Ximénez de Rada rallentò il ritmo dei lavori che terminarono, per quanto riguarda le strutture essenziali, solo nel XIV secolo. Durante i secoli che seguirono si continuò comunque ad aggiungervi elementi: un gruppo di artisti fiamminghi, diretti da Hannequin da Bruxelles, portarono a termine, nella facciata del braccio sud del transetto, la porta dei Leoni e, all'interno, la cappella del Conestabile, introducendo così nella città il gotico fiammeggiante. Pochi anni dopo Rodrigo Alemàn realizzò i sedili bassi del coro, intagliandovi diversi episodi della guerra di Granada. Gli stalli alti, aggiunti nel secolo successivo, sono opera - già in pieno stile rinascimentale - di Felipe Bigarny e Alonso de Berruguete.

La cattedrale
Foto tratta da: industriadelturismo.com

Una capitale mancata
Uno degli artisti che giunsero a Toledo insieme a Hannequin da Bruxelles fu Pietro Waas, che si stabilì in città (cosa abbastanza comune a quei tempi, quando un lavoro durava anni), si sposò, ispanizzò il proprio cognome ed ebbe un figlio, Juan Guas, che divenne il più insigne e importante architetto del gotico fiorito di tutta la Spagna durante gli ultimi anni del XV secolo.
A lui si devono la chiesa e il monastero di San Juan de los Reyes, eretto per commemorare una vittoria militare dei Re Cattolici: in entrambi gli edifici creò una variamente molto personale del gotico fiorito, mescolato con elementi mudéjar.
L'unificazione dei regni di Castiglia e Aragona, la conquista di Granada e la scoperta dell'America crearono durante il regno dei Re Cattolici un'euforia "imperiale" che è evidente nella trionfante architettura di San Juan de los Reyes, sovraccaricata di enormi stemmi araldici. Quando l'imperatore Carlo V, re di Spagna, unì a questi domini un'estesa eredità europea, Toledo diventò la capitale del più grande impero mai conosciuto. Ma non durò molto, data la poca simpatia che il re aveva per questa città, che gli si era messa contro all'epoca della guerra delle Comunidades. E infatti Carlo V vi si fermò per poco tempo, e senza preoccuparsi di abbellirla.
L'unico edificio che fece erigere fu l'austera fortezza rinascimentale, edificata sul posto della roccaforte medievale, oltre all'inferriata che chiude la cappella maggiore della cattedrale, decorata con una sfolgorante aquila imperiale. I grandi monumenti della Toledo del XVI secolo vennero costruiti da privati come il cardinale Tavera, fondatore dell'ospedale che porta il suo nome e nel quale morì il rande scultore Alonso de Berruguete mentre stava lavorando al sepolcro del cardinale. Sempre privati furono i finanziatori della grande opera del pittore cretese Domenico Theotokòpulos, meglio conosciuto come El Greco, il quale giunse a Toledo nel 1577 dopo aver visto sfumare il proprio sogno di diventare il grande pittore dell'Escorial.
A Toledo, che all'epoca languiva dignitosamente - mentre Madrid, insignita del titolo di capitale dell'Impero, veniva costruita con sfarzo, e praticamente dal nulla -, El Greco trovò un ambiente tranquillo, amici colti e lavori che gli permisero di passare il resto dei suoi giorni sulle rive del Tago. Durante quasi quarant'anni di intenso lavoro, produsse ritratti di nobili, allegorie religiose e molte vedute della città. Gran parte della sua opera è rimasta a Toledo e costituisce l'ultimo splendore artistico di una città che fu un crogiolo di culture e la capitale di due mondi.

El Greco,  El Espolio (1577-1579), Sacrestia della cattedrale di Toledo

Articolo tratto dalla collana "Planet, i capolavori dell'uomo", volume 2,  in uscita con Panorama. Edizione 2004

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